15 marzo 2008

BANCHI DI NEBBIA, IV

Mettete un tot di personaggi assortiti sia per genere sessuale (ma con netta maggioranza femminile) che per altri aspetti del resto marginali, quali: estrazione sociale, levatura culturale, colore politico, colore dei capelli, numero di scarpe, attitudine al masochismo, tipo di stravacco sulla sedia, chi appoggiato sulla chiappa destra e chi sulla sinistra, chi a gambe accavallate e chi distese avanti oscenamente, eccetera eccetera.
Mettete un pomeriggio inconcludente di sbadigli, il cielo che imbruna nei finestroni, la notte che avanza, il dibattito che s'ingolfa, la mente che vacilla, il distinguo che infuria, la proposta che ritarda, l'orologio che corre. Mettete che alla fine, esausti come per tortura, i convenuti calino puntualmente le brache, occhei, purchè li lascino andare.


E' il Collegio dei Dementi, pardon, dei Docenti.


Di riunioni, negli italici istituti scolastici, se ne fanno parecchie, Consigli di classe, di Indirizzo, di Dipartimento, di Istituto. Coi genitori, con gli studenti, coi rappresentanti sindacali. Coi responsabili per la sicurezza, per la privacy, per il benessere, per le attività integrative. Commissioni e sottocommissioni che discutono dell'orario, della valutazione, delle gite scolastiche, dei laboratori, dei progetti, della continuità scolastica, dell'orientamento e bla bla bla.....
Ma niente è peggio del Collegio Docenti.
L'altro giorno, per esempio. Convocazione imprevista, ordine del giorno di un solo punto. Meno male. C'è da votare una delibera sui corsi di recupero (salvataggio a tutti i costi degli studenti inadempienti, deficenti, insipienti): devono concludersi entro aprile? entro maggio? entro la fine dell'anno scolastico? E vabbè, si discute, si dibatte, si ipotizza, si scrivono bozze, si leggono bozze, si propongono emendamenti, si chiama la votazione per alzata di mano, chi è contrario, chi si astiene. C'è sempre la collega che non ha capito, che era al cesso, che si è sbagliata, si rialza la mano, si rifà la conta e la controprova.
S'apre la porta e si affaccia uno stralunato studente perso per i corridoi in cerca del corso Trinity. Alla vista di noi, tutti insieme in un colpo solo, sbianca, come chi si trovi improvvisamente dentro un incubo, e richiude la porta in fretta mettendosi in salvo. Ma guarda che maleducato, s'indigna qualcuno, non ha nemmeno chiesto scusa, nemmeno salutato.
Il bello viene con le Varie ed Eventuali. Si sono verificati dei casi, dice la Dirigente con la faccia di quando è incazzata forte, non faccio nomi ma ci sono degli docenti che... gente che lascia copiare durante le verifiche, che dice le parolacce in classe, non faccio nomi ma c'è qualcuno che non compila il registro, ci sono alunni senza valutazioni, e i pacchi dei compiti buttati negli scatoloni. Le fascette, bisogna mettere le fascette! E giù una pippa che non finisce più, a muso duro.
Sta guardando me, mi convinco immotivatamente. Sta guardando me, pensa la collega seduta accanto, come mi confiderà più tardi. Sta guardando me, crede ogniuno di noi. Serpeggia qualche bisbiglio, qualcuno nelle file di dietro accenna il tipico gesto a dita raccolte e mano che oscilla su e giù: boh, ma di che parla, di chi parla, le ha dato di volta. Si sussurra qualche nome, corre il gossip demenzial-scolastico, filtra qualche indiscrezione. Per niente rassicurati, veniamo congedati con la minaccia di un controllo a tappeto dei registri.
L'affanno con cui dei professionisti adulti e vaccinati, nei giorni successivi, si affrettano a mettere in ordine il famigerato registro, riempiendo caselle, cancellando segnacci a matita, rimuovendo briciole di crackers, tamponando macchie di caffè, stirando le orecchie agli angoli, ha qualcosa di tenero, di commovente, di espiatorio. Più serietà, più impegno, più rigore, è il silente proposito.
Poi tutto ritorna nella noia.

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