22 febbraio 2008

BANCHI DI NEBBIA, I

Da quando nel microcosmo femminile della seconda A sono entrati tre maschi, peraltro bellocci, transfughi da indirizzi di studio più impegnativi, le mie alunne sono in fibrillazione. Si sono tinte i capelli tutte quante.
Arrivano truccate e pimpanti sfoggiando inedite mise. All'inizio dell'ora di lezione la classe è vociante, come sempre: rumore di libri che si aprono, di sedie smosse, risatine. Una vaghezza di ormoni in ebollizione aleggia nell'aria. La ragazza del secondo banco nasconde la bocca con la mano mentre mormora qualcosa alla sua compagna. Che c'è Anna - chiedo - mi sembri un pò agitata. Vuole sapere dov'è il punto G - spiattella maliziosa la sua vicina.
Nuove risatine, e arrossir di guance, spero non anche le mie.
Strategia diversiva. Chiedi all'insegnante di Scienze, che è più competente per queste cose - suggerisco perfida.
Anna e la collega di Scienze sono entrambe attiviste di Cielle: che se la vedano un pò tra loro, se è vero, come affermano, che nella Comunità travano risposta a tutte le domande della vita. Ecchecaspita.
Alla lezione successiva m'informo: allora Anna, hai saputo dov'è il punto G? (Un fruscio discreto annuncia l'immediato drizzarsi di 40 antenne). Ehm, veramente no - risponde.
Non preoccuparti carina, nessuno sa dov'è, nè ci sono prove della sua esistenza: è una questione di fede!