16 giugno 2007

VENEZIA BIENNALE DANZA



I
Star seduti al buio per un’ora a guardare un tarantolato che si rotola sul palcoscenico: non c’è dubbio, siamo ad uno spettacolo della Biennale Danza!
Nella generale perplessità dei convenuti, l’ artista giapponese con lunga parrucca rossa e braghesse sbrindellate mette in scena lo spettacolo del pleistocene prossimo venturo, di una post-umanità orfana di stazione eretta, di linguaggio e di socialità, sesso compreso. Il povero uomo-bestia si contorce, si trascina, sbatte le braccia, prova a muovere qualche passo sui piedi malfermi come moncherini, emette suoni inarticolati e gutturali, qualche volta ansima, o russa, prigioniero di un cerchio rosso. Gli acuti e lo sfinimento di un violino fanno da contrappunto all’inutile dibattersi.
Di fronte a tanta sofferenza vien da invocare la pietà di un gesto di eutanasia. Tormento, spasimo, flaggellazione, paura, impotenza, demenza...: c’è tutto il campionario adorniano dei mali del mondo. Perciò dichiariamo che non solo l’Arte è in lutto, ma anche la Danza.

Kaiji Moriyama
THE VELVET SUITE


II
Alle dieci de la noche tutti in fila come scolaretti alle Tese delle Vergini per la performance, che si annuncia ELETTRIZZANTE, dell’altro esponente dell’avanguardia giapponese, Fuyuki Yamakawa.
Costui è un bellissimo extraterrestre esile e grafico come un personaggio della manga, grandi occhi stilizzati e lunghissimi capelli neri che si muovono da soli, come indifferenti alla forza di gravità. Tutto ha inizio con battiti cardiaci amplificati e lampadine intermittenti, prosegue con vocalismi arcani, tubi al neon, scariche elettriche in un crescendo continuo. Fa la sua comparsa la spogliarellista underground in maschera da marziana con tanto di antenne, ed un vistoso dildo pencolante sul davanti degli slippini di lattex rosso. Anche questa femme fatale è piuttosto elettrica con tutti quei fili e quelle luci epilettiche e quei bip bip. Cosa vedo intanto sullo schermo gigante? Una operazione di plastica al seno, condotta a forza di piè di porco e camere d’aria infilate con violenza, che persino un gommista sarebbe capace di maggior delicatezza. Ma aspettate che viene il bello! Il bello è una evirazione chirurgica, cioè taglio del pisello. La vicenda, che è meglio non raccontare, si conclude in mezzo al sangue con il TOC secco del salsicciotto che cade nel bidone dei rifiuti. Oh, fine metafora!
Ma non c’è pace nelle notti veneziane. Riprende con sempre maggior parossismo l’agitarsi del performer, accompagnato sullo schermo di cui sopra da scene di maremoto e distruzione, ed ecco che torna la spogliarellista, stavolta in maschera piumata da gallina o angelo non si sa, e via che comincia a spogliarsi per davvero! Fino a rimanere nuda con soltanto due lucine rosse intermittenti sui capezzoli ed un’altra sulla sorca, che intanto si preoccupa di farci ammirare da molteplici punti di vista, nella danza sempre più forsennata.
Sarà anche avanguardia, ma sempre là si va a cadere: tette e figa, mai che a spogliarsi sia il bel ragazzo.
Alla fine il pubblico maschile applaude con calore.

Fuyuki Yamakawa
SPONTANEUS CORE

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