6 gennaio 2007

Partenze ,ritorni e altre partenze

Eccomi di nuovo qui. Ritorno alla routine dopo un periodo sabbatico in cui mi sono dedicata ad altro: le feste in famiglia, Caterina, un viaggio in Andalusia. Bilanci non ne faccio, forse qualche etto messo su a furia di tapas e panettoni, un pò di senso di colpa per troppe cose trascurate, tristezza anche perchè come sempre è arrivato il momento di vedere una figlia amata ripartire. Mi sembra di non aver sfruttato abbastanza questo tempo: forse avrei fatto meglio a rinunciare alla vacanza e rimanere qui a dipingere, scrivere, pensare, godermi qualche momento in più con lei. Ma insomma, almeno ho imparato che non sempre viaggiare porta da qualche parte. Dovrei chiedermi cos'è essenziale per me, come se ogni giorno dovesse essere l'ultimo e non ci fosse tempo per altro che non sia davvero importante. Il fatto è che temo il Capodanno, ed ogni anno cerco di eluderne la malinconia fuggendo altrove.
Cordoba, sera del 31 dicembre, in una camera d'albergo surriscaldata, infastidita dal raffreddore:

E' lento
l'ultimo pomeriggio dell'anno
ora molesta e pigra che a stento
si fa tarda.
Un sonno di febbre traspira
voci sconosciute.
Ma se l'idioma che sento
è straniero - lo so-
la fuga non cancella
il computo del tempo
semmai la vita appare strana
scandita da un ritmo provvisorio
un venir meno di abitudini
un giudizio sospeso che non salva.
Meglio sarebbe
farsi sasso di fiume
solo sfiorato dal gran fluire.
Dirsi: non è che un momento
come altri prima di questo
o dopo.
E nell'immenso rotolare
tremare appena.
Non per paura: quale sentenza
vuoi che ci aspetti?
Necessità governa ciò che è stato
ignoranza ciò che sarà.
Fuori
nell'ombra che s'addensa
Saturno continua il suo banchetto.
.
.
Comunque a Granada ho visto l'Alhambra, magnifica! Sindrome di Stendhal, mi sono scese le lacrime per l'emozione. Luce acqua spazio, ed una civiltà raffinatissima e sapiente, cui m'inchino. Certo le cose da ricordare sono molte ma non è mia intenzione elencarle. Voglio però suggerire a chi capitasse a Siviglia di non trascurare l'Hospital de la Caritad: all'interno della chiesa (bell'esempio di barocco) opere di Murillo ma soprattutto due vanitas di Juan de Valdes Leal, una vera sorpresa.

1 commento:

La Doctora ha detto...

non dimentichiamoci di casa pepe. finché c'é mazamorra c'é speranza.